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Mondiali, girone C: Giappone e Colombia favoriti

Creato il 31 maggio 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

Continuiamo il nostro viaggio alla scoperta delle squadre che parteciperanno ai prossimi Mondiali brasiliani. A finire sotto i riflettori, oggi, è il girone C. “C” come Colombia e Costa D’Avorio, due delle quattro partecipanti di questo gruppo; l’altra coppia, curiosa analogia, presenta di nuovo la stessa doppia iniziale: “G” come Giappone e Grecia.

Il 6 gennaio 2002 la Colombia veniva sconfitta in casa dall’Argentina, la qualificazione era a rischio. Ma sulla panchina dei Cafeteros si è accomodato un certo Josè Pekerman, il mago delle giovanili della Selección Under 20 con  tre Mondiali conquistati. Da quel momento in poi è iniziata la cavalcata che ha portato Falcao & co. a chiudere il girone di qualificazione al secondo posto dietro al Brasile, con la miglior difesa e il terzo attacco. La Colombia può essere davvero la sorpresa di questi Mondiali. In difesa, Zapata e Yepes costituiscono un baluardo roccioso davanti a Odina, mentre Armero e Zuniga assicurano una spinta efficace come terzini. A centrocampo, Aguilar e Sánchez hanno il compito di pressare e dare ordine.  Ma è in attacco che i Cafeteros fanno paura: il trio delle meraviglie Cuadrado - James Rodríguez - Gutiérrez agisce alle spalle dell’unica punta Falcao, vera stella della squadra. Se il possente attaccante del Monaco recupererà la forma e lo smalto dell’anno scorso, il potenziale offensivo della Colombia sarà davvero micidiale. Senza contare che in panchina ci sono Jackson Martinez, Muriel, Quintero, Guarin. Insomma, i ricambi non mancano. Solidità, fantasia e concretezza: occhio, perché la Colombia è pronta a disputare un grande Mondiale.

La Costa D’Avorio ha centrato la sua terza qualificazione consecutiva ai Mondiali, passando come prima del suo girone e sbarazzandosi del Senegal nel successivo spareggio. Il ct Lamouchi ha scelto per gli Elefanti il modulo 4-2-3-1. Barry tra i pali, Kolo Touré e Bamba formano una solida coppia difensiva, mentre Aurier e Boka garantiscono proiezioni e rientri come esterni difensivi. In mediana,  spazio a Zokora (o Tioté) e Romaric, vere e proprie dighe di centrocampo.  Tutto il peso offensivo grava sulle spalle di capitan Didier Drogba, 36 anni, che magari non ha più il fisico di una volta, ma ha esperienza e malizia da vendere. Gervinho è stato rigenerato dalla cura Garcia e galopperà sulla fascia destra, a Salomon Kalou il compito di agire a sinistra. In mezzo, tutta la classe e la potenza di Yaya Tourè, autore di una stagione straordinaria al City. La sorpresa potrebbe essere Lancina Traoré, classe 1990: l’estate scorsa il Monaco lo ha acquistato per una decina di milioni dopo averlo visto fare faville nel campionato russo. Quest’anno ha giocato poco e si è un po’ perso, ma il potenziale dormiente di questo giovane di 203 cm potrebbe svegliarsi da un momento all’altro.

Il Giappone detiene un primato curioso: è stata la prima squadra a qualificarsi per i mondiali in Brasile. Nel 2010 la panchina è stata affidata a Zaccheroni, che ha il merito di aver costruito una squadra davvero competitiva. Sotto la sua guida, il Giappone ha alzato al cielo la Coppa d’Asia e la Coppa d’Asia Centrale. I giapponesi hanno unito la loro prestanza atletica con una nuova attenzione tattica. Corsa, pressing e organizzazione: questi sono i dogmi di Zaccheroni. Anche il tecnico italiano, di solito, schiera il Giappone con il 4-2-3-1: Kawashima in porta, mentre la linea difensiva è composta dal motorino Uchida, dalla coppia YoshidaKonno e da quel Nagatomo che gli interisti conoscono bene. Hasebe ed Endo sono i cavalieri del centrocampo, pronti a ripiegare quanto a ripartire in un veloce contropiede. In attacco, Okazaki, Honda e  Kagawa supportano l’unica punta Maeda. In patria, i riflettori sono puntati su Honda, chiamato a riscattarsi dopo un inizio deludente con il Milan. Anche Kagawa è chiamato alla ribalta: a Manchester non è riuscito a mostrare quei numeri che l’avevano reso uno dei centrocampisti offensivi più interessanti in circolazione. Dopo le sconfitte in Confederations Cup, il Giappone vuole la rivincita. Zac e i suoi samurai non saranno assolutamente da sottovalutare.

Infine, la Grecia. Primi a pari punti con la Bosnia nel loro girone (ma secondi per via degli scontri diretti), gli Ellenici hanno liquidato la Romania nei playoff che valevano i Mondiali. Tutti si ricordano della bellissima favola greca di Euro 2004: in Portogallo, la Grecia passò da perfetta sconosciuta a vincitrice a sorpresa. Da quel momento in poi, però, la nazionale greca non è riuscita a confermare l’exploit portoghese. Il ct Fernando Santos porta ai Mondiali un gruppo esperto e si affida anche lui al 4-2-3-1. Sokratis e Siovas si piazzano a difesa del portiere Karnezis, Torosidis e Holebas agiscono sulle fasce. Maniatis e Tziolis agiscono da filtri a centrocampo, mentre il trio Ninis (vecchia conoscenza del Parma) – Karagounis (vecchia conoscenza dell’Inter) – Samaras agisce alle spalle del bomber Mitroglou. Proprio Samaras e Mitroglou sono chiamata a caricarsi la Grecia sulle spalle e a garantire gol e giocate. Ai Mondiali 2010 la Grecia si è fermata ai gironi, agli Europei 2012 è arrivata ai quarti. E ai Mondiali 2014? Santos e la Grecia sono pronti a dare la loro risposta. Sul campo.

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